Corso di Formazione Residenziale
"IL CONTRIBUTO DEGLI OPERATORI SANITARI E SOCIALI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE"

Corso Concluso
IL CONTRIBUTO DEGLI OPERATORI SANITARI E SOCIALI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

Numero Identivicativo Evento ECM

2653 - 398905 Ed. 2

Crediti ECM

11.7

Tipologia

Corso di formazione Residenziale

Costo

Iscritto FIALS: GRATUITO
Non Iscritto FIALS: € 150,00

Data Svolgimento

10/11/2023

Sede Di Svolgimento

HOTEL REGINA MARGHERITA
SALA CONFERENZE

Indirizzo

V.le Regina Margherita 44 09124 (Cagliari)

Sede Territoriale

Segreteria Provinciale Fials Cagliari

Periodo Iscrizioni

dal 09/10/2023 al 02/11/2023

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Descrizione

Purtroppo, ancora oggi persiste un’asimmetria di potere e una discriminazione profonda che rende diversi i destini delle donne da quelli degli uomini. Nonostante gli innegabili processi di emancipazione e l’evolversi di un sistema normativo le donne nascono per essere seconde e per accudire gli altri in un mondo declinato al maschile già a partire dal linguaggio. Ma c’è anche una dimensione profondamente strutturale che non sempre viene riconosciuta: le ore di lavoro non retribuito che le donne ogni giorno offrono incondizionatamente per i compiti di cura in ambito domestico. Proprio in questa normalità del lavoro di cura si trova una delle radici delle disparità e discriminazioni di genere. La violenza nasce da questo bisogno sia culturale sia strutturale/economico di mantenere le donne in questa condizione di subordinazione, per prendersi cura degli altri. Gli attori sociali che contribuiscono a sviluppare credenze errate sul genere sono rappresentate dalla famiglia, il gruppo dei pari, le istituzioni e i mass media. Questi nel tempo hanno creato dei veri e propri stereotipi di genere che ancora oggi attribuiscono all’uomo caratteristiche come la potenza, la dominanza, la sicurezza, l’aggressività e la mancata esternazione delle emozioni, mentre la donna viene percepita come debole, dipendente, sensibile, dedita al marito e ai figli. Coloro i quali non rispecchiano questi stereotipi vanno incontro a un pregiudizio che nel peggiore dei casi si conclude con una discriminazione. È per questo che con l’espressione “violenza di genere” si indicano tutte quelle forme di abuso che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. Seppure negli ultimi anni le violenze contro la donna si sono ridotte del 2%, non è possibile stabilire se la diminuzione sia conseguenza della maggiore informazione e del lavoro sul campo, di una migliorata capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno o se, purtroppo, si sia trattato di un minor ricorso alla denuncia. A oggi, infatti, risulta che soltanto circa il 35% delle donne che hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita ritiene di essere vittima di un reato. Infatti, dall’ultima indagine Istat disponibile del 2015 (su dati del 2014) si rileva che sono circa 7 milioni le donne che nel corso della propria vita hanno subìto una qualche forma di violenza (fisica, sessuale o psicologica, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà). Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri perpetrati maggiormente da partner attuali che da ex partner. In Italia si è formata negli anni una rete di centri antiviolenza. Quali le finalità ultime di questi centri? 1. sostenere e accogliere la donna vittima di violenza per accompagnarla, grazie alla relazione con le altre donne, verso un percorso di consapevolezza e liberazione per riscrivere la propria vita. 2. porre le condizioni perché la violenza cessi, il che significa rendere visibile la violenza e nominarla per attivare un profondo radicale cambiamento culturale intervenendo alla radice del problema. Questo significa fare politica a livello locale, regionale e anche nazionale, per mettere a nudo le disfunzionalità di un sistema e intervenire su di esso affinché possa determinarsi una trasformazione, anche strutturale, verso una reale parità di genere. Noi infermieri in Rete, con tutte le professioni sociosanitarie, riteniamo fondamentale collaborare insieme alle operatrici dei centri antiviolenza. Dunque, far uscire la violenza dal buio… La rete nazionale di centri antiviolenza ha avuto storicamente questo ruolo importante: dare finalmente visibilità alla violenza contro le donne, ma occorre implementare una Rete per garantire percorsi socioassistenziali con tutte le professioni e le Associazioni che possono essere coinvolte

Responsabili Scientifici

Biancat Roberto

Tutor

Scanu Loredana

Docenti

Biancat Roberto
Ninu Eleonora Alice

Obiettivo Formativo Ministeriale

Acquisizione Competenze di Sistema

Descrizione competenze da acquisire

Tematiche speciali del S.S.N. e/o S.S.R. a carattere urgente e/o straordinario individuate dalla Commissione nazionale per la formazione continua e dalle regioni/province autonome per far fronte a specifiche emergenze sanitarie con acquisizione di nozioni di sistema

Corso Concluso