Corso di Formazione Residenziale
"Ruolo educativo dell'operatore sanitario: modulo avanzato"
Corso Concluso

Numero Identivicativo Evento ECM
2653-118129 Ed. 2
Crediti ECM
10.5
Tipologia
Corso di formazione Residenziale
Costo
Iscritto FIALS: GRATUITO
Non Iscritto FIALS: € 50,00
Data Svolgimento
26/08/2015 07:40
Sede Di Svolgimento
Confagricoltura Treviso
Confagricoltura Treviso
Indirizzo
- - -
Sede Territoriale
Segreteria Provinciale Fials Treviso
Periodo Iscrizioni
dal 31/08/2015 al 04/11/2015
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Descrizione
Uno degli obiettivi delle professioni sanitarie ed assistenziali è aiutare le persone in situazione di disagio a mantenere il più elevato grado di autonomia possibile, pur nella specifica condizione esistenziale o clinica, per imparare a vivere con speranza e coraggio tutto il tempo che hanno davanti a sé. L’operatore socio-sanitario ha un ruolo privilegiato (insieme alla famiglia) nell’aiutare l’assistito in questa direzione, grazie anche alle tecniche di Relazione di Aiuto e di Counseling. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il Counseling come un processo estremamente focalizzato, limitato nel tempo e specifico. Tramite il dialogo e l’interazione personale, aiuta gli individui a risolvere o gestire problemi e a rispondere, nel modo più ragionevole e possibile, per le capacità e possibilità di ciascuno, a forme di disagio ed a bisogni psicosociali. Il Counseling è uno strumento principe per permettere che vengano attivate le strategie personali di Coping, cioè gli adattamenti che consentono di far fronte alle situazioni di disagio. Dal punto di vista sanitario ed assistenziale il Counseling, pur non costituendo una pratica psicoterapeutica, rappresenta una valida relazione di aiuto che caratterizzala diade operatore-sofferente, e consiste in un processo di comunicazione (verbale e non verbale) mediante il quale l’operatore entra in empatia nel mondo di chi vive il disagio, sia questo di natura fisica, psicologica, relazionale o esistenziale. Attraverso l’empatia l’operatore può interferire strategicamente nella mentalità dell’aiutato e nei suoi meccanismi decisionali, allo scopo di aiutarlo a sviluppare motivazioni, risorse personali e comportamenti adattivi che siano funzionali al suo benessere psicofisico, implementare cioè la propria competenza professionale, favorire una più attiva disponibilità e Compliance, ma anche attivare l’effetto-Placebo ed uno stato di ben-essere facilmente percepibile. Gli operatori della sanità, siano essi medici, infermieri, fisioterapisti, ecc., hanno a che fare con persone che soffrono fisicamente e psichicamente: è proprio sul versante di una relazione umana, tra operatore e paziente che, da tempo si lamenta un tecnicismo e una parcellizzazione che finiscono col disumanizzare l’impatto degli utenti con il servizio sanitario ed assistenziale. Spesso il paziente si ritrova a sentirsi considerato come un oggetto, un numero, “una pratica”. E’ forse anche questa una delle cause principali per cui si assiste oggi ad un numero sempre maggiore di persone che si rivolgono alla medicina “alternativa” o “olistica”, medicina che ha sempre messo al centro del suo operare l’uomo, il paziente, e non solo unicamente la sintomatologia, la malattia. Medicina che spesso non ha una grande evidenza scientifica, ma proprio per il tipo di approccio globale viene preferita alla medicina tradizionale. E se la differenza la facesse soprattutto la comunicazione, la disponibilità, in poche parole la relazione di aiuto, il counseling? Da più parti si invoca una formazione psicologica continua degli Operatori Sanitari che li renda sensibili all’impatto e al contatto interpersonale, non solo, ma una formazione che sia anche strumento di difesa dalle inevitabili problematiche e conflittualità che si possono creare nel rapporto terapista-paziente, terapista-caregivers, e all’interno dello stesso team riabilitativo, salvaguardando l’Operatore dallo stress lavorativo o peggio dalla sindrome del burnout. Purtroppo, molto spesso, la scarsità delle risorse economiche, e le difficoltà dell’argomento trattato, mettono in ombra un eventuale investimento in questo campo. È facile quindi parlare della relazione con il paziente, di come questo si sente, di come può essere influenzato o meno dal tipo di comunicazione instaurata. È molto più complicato parlare di come l’Operatore si sente, delle sue condizioni fisiche, psicologiche, di relazione, con gli altri operatori e con gli utenti. Una corretta medicina, una corretta riabilitazione e la buona riuscita di un trattamento dipendono dalle abilità teoriche e pratiche dell’Operatore, ma ancora di più dipendono dal modo di approcciarsi al paziente, alla sua famiglia, dalla relazione che ha con i colleghi, con i superiori e in generale con il servizio entro cui è inserito. Entra così in gioco un nuovo concetto di medicina e riabilitazione che potremmo definire: concetto di vitalità: dare al corpo il suo vero e profondo significato di benessere, bio-psico-sociale. Quindi non più solo un corpo visto come macchina cartesiana, ma come espressione di uno sviluppo filogenetico costituitosi da 4 miliardi di anni (con tutte le conoscenze che di questo corpo la Medicina ha) e che ora deve ritrovare uno sviluppo ontogenetico (proprio della persona ammalata o da riabilitare) per superare l’impasse evolutivo che la malattia, o il disagio, o il trauma che siano, ha causato. Una vera formazione, dunque, non potrà più essere monca: se finora erano soprattutto sviluppate le aree del: - Sapere (avere un corpus di conoscenze), e del - Saper fare (sapere utilizzare clinicamente le conoscenze, rendendole competenze), ora dovremo aggiungere più dettagliatamente anche una formazione completata con il: - Saper essere, così da permettere all’Operatore un’approccio veramente medicale/umano all’uomo malato che ha di fronte. Un Operatore che non presterà solo le sue attenzioni al mettere il paziente nelle condizioni di: - Saper fare, e - Poter fare, ma soprattutto saprà considerare che se il paziente non ha anche un - Voler fare, perché è ancora motivato a vivere, gli sforzi meravigliosamente compiuti potrebbero restare nell’ombra dell’accanimento (quando non solo narcisismo) terapeutico. Buono tecnicamente, certo, ma non fertile.
Responsabili Scientifici
Responsabile Prova
Tutor
Tutor Prova
Docenti
Docente Prova
Obiettivo Formativo Ministeriale
Acquisizione Competenze di Processo
Descrizione competenze da acquisire
Aspetti relazionali e umanizzazione delle cure